Il clamore mediatico attorno al caso di Sarah Scazzi, tragicamente uccisa ad Avetrana nell’agosto 2010, non si è mai veramente placato. A distanza di oltre un decennio, quella vicenda ritorna sotto i riflettori con una nuova produzione Disney+. La miniserie, intitolata "Avetrana - Qui non è Hollywood", era stata annunciata per il lancio su Disney+ il 25 ottobre 2024, ma è stata bloccata dal Tribunale di Taranto, scatenando un dibattito sulla rappresentazione televisiva e i diritti delle comunità locali.
Il caso Sarah Scazzi: Un dramma che ha segnato l'Italia
Il 26 agosto 2010, la scomparsa della quindicenne Sarah Scazzi nella cittadina pugliese di Avetrana divenne il fulcro di un caso di cronaca che avrebbe sconvolto l’opinione pubblica italiana per anni. La tragica scoperta del corpo di Sarah, gettato in un pozzo, rivelò un intricato dramma familiare che coinvolse direttamente la sua famiglia, in particolare la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano.
La storia, seguita in diretta televisiva durante i lunghi processi giudiziari, vide infine la condanna di alcuni membri della famiglia Misseri. Tuttavia, il processo mediatico ebbe un impatto non solo sui protagonisti, ma anche sulla comunità di Avetrana, catapultata in una dimensione di notorietà indesiderata.
Trailer
Avetrana e la sua rappresentazione nella serie
La nuova serie "Avetrana - Qui non è Hollywood", diretta da Pippo Mezzapesa, è tratta dal libro Sarah. La ragazza di Avetrana, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni. La serie, che prometteva di raccontare il caso attraverso i punti di vista di Sarah, Sabrina, Cosima, e Michele Misseri, puntava a offrire una narrazione a più voci del crimine, esplorando la complessità della vicenda attraverso prospettive diverse.
Il progetto era stato accolto con grande interesse, tanto che la serie aveva già fatto il suo debutto al Festival del Cinema di Roma nell'ottobre 2024, ricevendo un’attenzione considerevole da parte del pubblico e della critica.
La sospensione: Il ricorso del Comune di Avetrana
Nonostante le aspettative, la serie è stata fermata pochi giorni prima del suo debutto ufficiale. La decisione è stata presa dal Tribunale di Taranto a seguito di un ricorso presentato dal sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi. La preoccupazione del sindaco è che la serie possa danneggiare ulteriormente l'immagine della città, rappresentandola come una comunità arretrata e omertosa, alimentando pregiudizi già esistenti nei confronti del territorio.
Il ricorso del Comune si concentra soprattutto sulla necessità di visionare la serie in anteprima per capire se il contenuto fosse in grado di provocare danni reputazionali alla cittadina pugliese. Il tribunale ha accettato la richiesta, fissando un'udienza per il 5 novembre 2024 per decidere il futuro della serie.
La posizione di Disney e Groenlandia
Di fronte a questa decisione, Disney+ e la casa di produzione Groenlandia hanno espresso il loro disappunto. In un comunicato ufficiale, entrambe le società hanno chiarito che la sospensione è avvenuta senza un confronto diretto tra le parti e che sono pronti a difendere la propria posizione legale nelle sedi opportune.
Ritengono che il prodotto non sia diffamatorio e che il suo scopo sia di raccontare una storia già nota al pubblico, cercando di farlo con sensibilità e rispetto per i fatti.
Tuttavia, fino a quando non verrà raggiunta una decisione finale in tribunale, la serie resterà bloccata, lasciando il pubblico e i fan del genere true crime in attesa.
Perché Avetrana è famosa e l’impatto mediatico del caso
Prima del 2010, Avetrana era poco conosciuta al di fuori della Puglia. La notorietà arrivò in modo improvviso e tragico con il caso di Sarah Scazzi, trasformando il piccolo paese in un simbolo mediatico di cronaca nera. Il nome di Avetrana è ora indissolubilmente legato a quella vicenda, tanto che ogni nuova rappresentazione, come appunto la serie Disney+, è accolta con una certa trepidazione dalla comunità locale.
Il ruolo dei media nella spettacolarizzazione del crimine
Il delitto di Sarah Scazzi e il suo trattamento mediatico sono stati ampiamente criticati per aver spesso spettacolarizzato la tragedia, trasformando un dramma familiare in un reality show seguito da milioni di spettatori. La copertura costante del caso ha infatti creato un parallelo tra il crimine e il luogo in cui è avvenuto, influenzando negativamente la percezione di Avetrana agli occhi del grande pubblico.
Proprio per questo, il Comune di Avetrana teme che la serie possa rafforzare questi pregiudizi, rischiando di danneggiare l’immagine della città per molti anni a venire. Il titolo stesso, "Qui non è Hollywood", suggerisce una contrapposizione tra la narrazione spettacolarizzata del crimine e la realtà cruda e rurale del piccolo paese pugliese.
Quando uscirà la serie "Avetrana - Qui non è Hollywood"?
Al momento, il futuro della serie è incerto. La decisione finale del tribunale sarà presa dopo l'udienza del 5 novembre. Solo allora si saprà se la serie potrà essere distribuita senza modifiche o se sarà necessario un intervento sulla narrazione per evitare di danneggiare ulteriormente l'immagine di Avetrana.
Se il blocco venisse revocato, è probabile che la serie verrà rilasciata su Disney+, come originariamente pianificato. Fino a quel momento, i fan resteranno in attesa di scoprire quando e come potranno finalmente vedere questa produzione, che ha già attirato l'attenzione per la sua controversa rappresentazione di uno dei casi di cronaca più noti d’Italia.
L'eredità del caso Sarah Scazzi
Il delitto di Sarah Scazzi rimane una ferita aperta nella memoria collettiva italiana. Il suo impatto va oltre il semplice crimine: è diventato un caso esemplare di come i media possano trasformare eventi tragici in fenomeni di massa, con tutte le conseguenze che ne derivano per le persone e le comunità coinvolte.
L'attesa per la serie "Avetrana - Qui non è Hollywood" riflette il perdurare di questo interesse per la vicenda, ma solleva anche interrogativi importanti sull'etica della narrazione televisiva e su come rappresentare responsabilmente eventi reali senza danneggiare ulteriormente chi è già stato colpito.